Cagliari: le case della Marina e i loro proprietari fra ‘700 e ‘800


                           Via Manno, fine 800;   Archivio Storico, Comune di Cagliari, Fondo fotografico (http://mediateca.comune.cagliari.it/)

 

 

Sono veramente poche le case o i palazzi, del quartiere La Marina, di cui sono conosciuti gli antichi proprietari: in via Sant'Eulalia i palazzi Belgrano e Novaro; in via Manno la casa Capra e il palazzo del duca di San Pietro; nella via Baylle la casa omonima; pochissimi altri, noti soltanto ai buoni conoscitori della città.

Vi sono ovviamente anche i palazzi della via Roma, ricordati col nome del primo proprietario; questi non rientrano però nel periodo di interesse del presente studio, che abbraccia alcuni decenni precedenti e successivi all’anno 1800, con l’aggancio ai dati di metà ‘800 provenienti dal primo catasto urbano, senza escludere eventuali riferimenti a date anteriori o posteriori.

La fonte archivistica ispiratrice, ma non la principale, da cui è partita questa ricerca, è l’insieme delle dichiarazioni presentate dai Cagliaritani per il pagamento dei donativi straordinari del 1799 e del 1806/1807, contributo chiesto ai Sardi per il mantenimento della famiglia reale scacciata dal Piemonte [1]; in quelle carte vengono elencate rendite e proprietà, con i relativi redditi effettivi o teorici. Molte di queste dichiarazioni, oltre a una descrizione sommaria degli immobili, riportano anche alcuni dati utili alla loro identificazione: il quartiere, la strada, e i proprietari delle case confinanti. A questi dati fondamentali si sono poi aggiunti quelli tratti da altri documenti: in primo luogo, dall’Archivio di Stato di Cagliari provengono le cause civili e penali, i documenti del Regio Demanio, le Regie Provvisioni e soprattutto gli atti notarili, che rappresentano la fonte archivistica più importante, preponderante su tutte le altre della presente ricerca; vi sono poi le cause dell’Archivio Comunale, i documenti dell’Archivio di Sant’Eulalia e altri, senza dimenticare i dati genealogici ricavati dai registri delle diocesi, prima fra tutte quella Cagliaritana.

Dal confronto fra tutte le informazioni ricavate dalla gran quantità di documenti consultati, è stato possibile ricostruire, per ogni casa, una successione di eventi e di proprietari; quando lo si è ritenuto necessario o interessante vengono riferiti alcuni particolari familiari e biografici dei personaggi citati; ma tutto parte dalle case, non dalle persone: l’ordine di esposizione è semplicemente determinato dai numeri catastali, assegnati dai funzionari del vecchissimo catasto, utilizzati perciò nelle mappe e nel cosiddetto “Sommarione dei Fabbricati” del 1854[2], primo registro catastale organizzato a seguito della normativa del 1851; la consultazione di questo registro, anche se successivo al periodo di interesse, è stata utilissima per avere eventuali conferme su certe difficili interpretazioni dei documenti dei decenni precedenti; per ogni casa la successione dei proprietari è completata con il dato, se disponibile, indicato dallo stesso Sommarione, spesso coincidente con il proprietario dei primi decenni del XIX secolo o con i suoi diretti discendenti o eredi; non ci si è limitati alle case legate alle persone citate nelle denunce dei donativi, molte delle quali purtroppo sono state perdute: tutte le case del quartiere sono state prese in considerazione, e quindi tutti i proprietari o abitanti di cui si hanno notizie; solo per pochissime case non è stata rintracciata alcuna informazione; e per una parte minore può esserci una certa incertezza e insoddisfazione, dovuta alla esiguità delle fonti, o alla poca chiarezza o anche contraddittorietà delle informazioni raccolte; per la maggior parte degli edifici del quartiere è stata ricostruita una storia, limitatamente a quei pochi decenni, sufficientemente sicura.

 

Criticità:                               

Una difficoltà che occorre tener presente è l’assenza quasi completa di atti notarili dal 1814 in poi, per tutto il XIX secolo e oltre: la causa di questa grave lacuna è il bombardamento che ha subito nel 1943 l’archivio notarile, con la distruzione di tutto o quasi tutto il materiale conservato; a questa carenza rimediano in piccola parte le cause civili, che possono contenere atti di compravendita o testamenti o donazioni, e altri documenti dell’Archivio di Stato; vi sarebbe anche la Conservatoria dei Registri Immobiliari, dove si trovano atti notarili relativi ai passaggi di proprietà degli immobili, ma soltanto a partire dalla seconda metà dell’800, e con tempi (e costi) di consultazione non agevoli, in un archivio che è decisamente orientato verso periodi molto più recenti.

Un’altra difficoltà, non trascurabile, è che ci si è dovuti basare sulle mappe catastali successive al 1850, le più antiche disponibili; è ovvio che la situazione di quegli anni differiva da quella del 1800: sicuramente è accaduto che alcune piccole case sono state unite a formarne una più grande, o viceversa; inoltre queste mappe non sono esattissime: le dimensioni delle singole unità catastali sono a volte approssimative, e non sempre le affrontazioni e i confini fra le singole unità immobiliari, in particolare quelli posteriori relativi ai cortili, si dimostrano corretti; ci si è serviti anche di mappe successive, più precise, che però non sono sempre utilizzabili, date le modifiche intervenute in pochi decenni: basta pensare alla demolizione delle mura e delle porte che un tempo chiudevano il quartiere, o all’apertura di alcune strade, per esempio il completamento della via Baille che anticamente non arrivava fino alla attuale via Roma.

 

Conclusioni:                 

Non considero la presente ricerca del tutto terminata, al di là dell’ovvia considerazione che non è sensato scrivere la parola “Fine” in nessuna ricerca archivistica, sempre in attesa di nuovi documenti o di migliori interpretazioni di quelli già consultati.

La mia intenzione iniziale era renderla pubblica solo dopo aver consultato tutti gli atti notarili del periodo fra il 1789 al 1813, e solo dopo aver colmato le lacune più importanti, in particolare le insufficienti informazioni raccolte per alcune unità catastali; i tempi troppo lunghi, e l’impegno troppo gravoso che avrebbero richiesto questi propositi, mi hanno convinto a sospendere la ricerca archivistica; in particolare manca completamente la consultazione degli atti notarili insinuati (di Cagliari) degli anni 1791, 1795, 1803, 1804, 1809, e manca parzialmente quella di alcuni altri anni sia dell’ultimo decennio del XVIII secolo, sia del primo decennio del XIX.

L’auspicio è di poter continuare e completare: ogni volume di atti notarili di quel periodo è fonte di preziose informazioni, e fino all’ultimo ho potuto aggiungere dati utili e confermare (o rivedere) interpretazioni già fatte.

Conto inoltre sull’eventuale apporto di altri, su segnalazioni e indicazioni utili che possano contribuire a riempire i tasselli mancanti, o sistemare più correttamente quelli già inseriti.

Cagliari/Quartu S.E., giugno 2015

 

 

Ripresa dei lavori:                 

Dopo aver interrotto le ricerche d’archivio per circa un anno, sia per curare il presente sito, sia per cogliere i lati positivi di una pausa, nel corso dell’anno 2016 ho ripreso a frequentare l’Archivio di Stato di Cagliari e l’Archivio Arcivescovile; continuo con la consultazione degli atti notarili e con sporadiche ricerche familiari; i risultati? In ogni volume di atti notarili si possono trovare notizie sulle case della Marina, ho quindi la possibilità di aggiungere nuovi dati; inoltre ho la soddisfazione di trovare conferme a ipotesi già fatte e, in alcuni casi, ho dovuto correggere alcune ipotesi: purtroppo non sempre i notai del passato usavano (o potevano usare) una sufficiente precisione tale da permettere la giusta interpretazione.

Cagliari/Quartu S.E., 14.01.2017

 

 

 


[1] Archivio di Stato di Cagliari (ASC), Segreteria di Stato e di Guerra, serie II, vol. 1448 e 1449

[2] ASC, Catasto, Matrice dei Fabbricati, volume 1636